Il professor Giuseppe Vallone sarà l’ospite d’eccezione del modulo di S.Pa.D.A. “Cyber attacchi e cyber difese: strategie di prevenzione e difesa”: «Già oggi questa tecnologia è applicabile alle imprese, ma la stiamo sviluppando con l’Agenzia Spaziale Europea per realizzare una costellazione di satelliti».
In un mondo sempre più digitalizzato, la protezione e la prevenzione di danni e rischi che possano compromettere la sensibilità e la privacy dei dati è diventata cruciale. Impegnata nel settore c’è anche la ricerca italiana, che ha già saputo ottenere risultati importanti, e “spendibili” per le imprese. Tra gli esempi più significativi, in termini di risultati e di sinergie tra ricerca pubblica e tessuto imprenditoriale, c’è ThinkQuantum, spin-off dell’Università di Padova, capace di brevettare un dispositivo che permette la completa automazione di un sistema di Quantum Key Distribution. Si tratta di una tecnologia, nata nei laboratori dell’Università di Padova, che rende più semplice lo scambio quantistico di chiavi crittografiche, usate per comunicare in maniera estremamente sicura messaggi. Tra i suoi padri c’è Giuseppe Vallone, professore dell’Università di Padova e Co-Founder di ThinkQuantum. Sarà lui l’ospite d’eccezione del modulo di S.Pa.D.A. “Cyber attacchi e cyber difese: strategie di prevenzione e difesa”, in programma giovedì 23 novembre. Con l’occasione lo abbiamo intervistato.
«Il focus dell’intervento riguarderà la crittografia quantistica, introducendo il concetto e presentando gli strumenti che consentono di utilizzarla nelle imprese», spiega il professor Vallone, anticipando i temi del suo intervento. «Nello specifico, parleremo del modo di utilizzare la crittografia quantistica per aumentare il livello di sicurezza delle nostre applicazioni in azienda. Come Università di Padova da anni sviluppiamo nuovi dispostivi e nuovi protocolli in questo campo e da un paio d’anni è nato uno spin-off, ThinkQuantum, che appunto progetta, realizza e commercializza dispositivi».
Per l’iPognac avete peraltro ricevuto un prestigioso premio dall’IPA AWARD a Dubai 2020, quando ancora però non eravate arrivati dove siete oggi.
«L’iPognac, di cui possediamo il brevetto, è una componente del sistema e da allora, come spesso accade in questo settore, siamo riusciti a fare tanta strada e a farla velocemente. Tant’è che oggi parliamo di un dispositivo di fatto “chiavi in mano”, che si installa in un data center e va semplicemente collegato alla fibra ottica. Negli ultimi due anni siamo passati dai prototipi di laboratorio a un prodotto fatto e finito».
In che misura è utilizzabile dalle imprese?
«Pensiamo a un’azienda che abbia due data center, di cui uno si occupa del data recovery: il flusso di informazione tra i due è continuo e proteggere lo scambio diventa fondamentale. Ma c’è anche la possibilità di generare numeri casuali che possono essere utilizzati da aziende che, a loro volta, si occupano di fornire sicurezza, ma anche da aziende che si occupano di tutt’altro, ma che devono comunque proteggere i loro dati. Il nostro lavoro risponde alla richiesta, sempre più crescente nella società, di scambiare informazioni in modo sicuro, soprattutto a seguito dei massicci attacchi alla privacy degli ultimi anni».
È una tecnologia che può concretizzarsi anche in ambito aerospaziale (accademico, governativo o commerciale) come comunicazione quantistica realizzata in aria e da satellite.
«La tecnologia di cui abbiamo parlato per l’uso commerciale funziona in fibra ottica, ma con ThinkQuantum stiamo lavorando alla versione satellitare: al momento siamo in una fase di progettazione e sviluppo e per la fine del 2025 prevediamo completa realizzazione e test del prototipo da montare su satellite. Non solo, siamo all’interno anche di un altro progetto europeo molto molto rilevante che si chiama SAGA: si tratta di un progetto dell’Agenzia Spaziale Europea che ha l’obiettivo di realizzare una costellazione di satelliti. È ancora in una fase preliminare, ma è un progetto ambizioso proprio perché punta a realizzare un’intera costellazione di comunicazione quantistica europea».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova